Anima spezzata, di Akira Mizubayashi (La Nave di Teseo – luglio 2023)
Tokyo, 1938. Quattro musicisti dilettanti appassionati di musica classica occidentale si incontrano regolarmente al Centro Culturale per suonare. All’insegnante giapponese di inglese Yu si uniscono tre studenti cinesi, Yanfen, Cheng e Kang, rimasti in Giappone nonostante la guerra in cui la politica espansionistica dell’Impero sta facendo precipitare l’Asia.
Un giorno, le prove vengono brutalmente interrotte dall’arrivo dei soldati. Il violino di Yu viene rotto da un soldato e il quartetto sino-giapponese viene portato via perché sospettato di complottare contro il Paese. Nascosto in un armadio, Rei, il figlio undicenne di Yu, assiste alla scena. Il bambino sfugge alla violenza dei soldati grazie al tenente Kurokami che, lungi dal denunciarlo quando lo scopre nel suo nascondiglio, gli affida il violino distrutto. Per Rei, questo evento è la prima ferita che segnerà tutta la sua vita.
Il titolo del romanzo allude certamente all’anima del protagonista, ma l’autore evoca anche l’anima del violino, il piccolo cilindro di legno all’interno dello strumento che è responsabile della sua risonanza. Schiacciando lo strumento di Yu con il piede, il soldato ha distrutto la sua stessa anima. Rei si propone quindi di restaurare lo strumento del padre.
Un romanzo che emana bellezza, delicatezza, luce e poesia e che emoziona senza mai essere sdolcinato. Particolarmente raccomandato a tutti coloro che amano la musica e in generale l’arte come rammendatrice di vite spezzate.
Recensione di Moreno Migliorati
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