COME SUGLI ALBERI LE FOGLIE – Gianni Biondillo

GIANNI BIONDILLO, come sugli alberi le foglie (Guanda)

In attesa che torni in libreria un altro romanzo di Biondillo, “Quello che noi non siamo”, attualmente in ristampa, e dopo una faticosa ricerca nel settore narrativa italiana della mia libreria, mi sono data alla rilettura di quest’opera precedente, che ci racconta eventi e personaggi dei primi decenni del 900., avendo per fondale l’evento più drammatico di quegli anni, quello che i miei nonni continuavano a chiamare ‘la grande guerra’ (e sì che ne avevano vissuta una più grande ancora, ma quella della loro giovinezza continuava ad essere ben presente…). Protagonisti del romanzo sono giovani ed entusiasti artisti, pittori per lo più, che vogliono rinnovare l’arte, eliminare accademia e passatismo e che prima o poi verranno attratti da Marinetti e dal Futurismo. Il protagonista principale è Antonio Sant’Elia, un nome di nicchia, quello meno noto, forse, sia perché ha molto progettato, ma poco costruito, sia perchè è caduto sul Carso, durante una delle folli ‘spallate” di Cadorna.

Nel libro c’è la rappresentazione degli umori (non solo artistici) dei tempi, e fanno di striscio la loro comparsa tanti personaggi del periodo, dal caporale Benito Mussolini a Gramsci, a Emilio Lussu (anche lui, sì), e financo Carlo Emilio Gadda; e poi D’Annunzio, che ‘ruba la scena’ a Marinettti con il suo discorso ri Quarto, Giorgio Morandi, Carlo Carrá, Prezzolini, Russolo…. Insomma, un bel ripasso (non poco interessante) di storia patria. Su tutto domina la narrazione dell’inutile strage, gli assalti fuori dalle trincee, il gas, i cannoneggiamenti, la corsa verso le linee nemiche sotto il tiro delle mitragliatrici. E in fondo, è questa la parte più significativa del racconto: questi giovani volevano cancellare il passato e di fatto si trovarono a cancellare il presente, rendendosene conto, e non tutti, quanto il disastro era ormai compiuto.

Recensione di Anna Ciamarrughi

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