GALAPAGOS, di Kurt Vonnegut (Bompiani)
Mi è capitato di recente di imbattermi in due potenti romanzi ecologisti: “Le radici del cielo” di Romain Gary e Galapagos di Kurt Vonnegut. Il primo l’ho letto l’anno scorso e parla degli elefanti africani, dell’Africa e di un sacco di altre cose. Gary, come anche Vonnegut, è uno scrittore fantastico e il libro è avvincente, i personaggi sono indimenticabili (se ne accorse anche John Huston che ne fece un gran bel filmone con Trevor Howard, Errol Flynn, Orson Welles e, pensate, Juliette Gréco) e il messaggio ecologista è forte e chiaro. Considerato che il libro, come anche quello di Vonnegut, è stato scritto tanti anni fa, purtroppo è anche tristemente premonitore.
Ma andiamo a noi (prometto sempre di essere breve e poi, puntualmente, ci ricasco): Galapagos: geniale, ricco di humour (ci vuole un po’, ma poi si coglie eccome), visionario, metaforico senza essere mai scontato: insomma, Vonnegut in splendida forma!
Come si fa a raccontare una trama di Vonnegut? Non è possibile, senza rischiare di spoilerare o, peggio, di banalizzare. Diciamo solo che c’è una crociera per vip alle Galapagos che non decolla, la guerra tra Perù ed Ecuador, il fantasma del figlio di uno scrittore di fantascienza pulp che non ha mai fatto i soldi né venduto una sceneggiatura (ma com’è autoironico Kurt…) morto un milione di anni prima, una professoressa vedova, un ammiraglio che non sa navigare, una coppia di improbabili giapponesi, un tycoon americano con la figlia cieca e il suo cane, un direttore d’albergo (fratello dell’ammiraglio) affetto da una rarissima malattia genetica, sei bambine di una tribù che molti credevano estinta o mai esistita e un mucchio di comprimari importantissimi nel dipanarsi della storia. Poi c’è tanto altro: la guerra in Vietnam, l’umanità che si condanna all’estinzione massacrando le sue risorse e avendo come mantra la “crescita” a tutti i costi, un’epidemia che rende le donne sterili e tanto, tanto altro. Tutto questo in un libro solo? Già. Ma cos’è, fantascienza? Se vi piace crederlo. Ma anche storia (guerra tra Ecuador e Perù, raccontata in modo asettico), cronaca (stiamo continuando a uccidere il pianeta e la foresta amazzonica, esattamente come al tempo in cui fu scritto il libro), manifesto di condanna per le nostre cattive abitudini, (fanta?)politica, storia dell’evoluzione (Darwin, le Galapagos)…insomma, Kurt Vonnegut al suo meglio.
Per chi non avesse letto ancora nulla di questo scrittore geniale e visionario, c’è solo l’imbarazzo della scelta tra i suoi tanti capolavori. Io ho amato molto un suo libro forse minore, “Il grande tiratore”, e, soprattutto, la raccolta dei suoi discorsi (molti ai diplomandi americani) “Quando siete felici, fateci caso”. L’avrei comprato anche solo per il titolo (ripreso da un suo discorso agli studenti).
Recensione di Arturo Bandini Molise
Commenti