I SUOI OCCHI, di Bozorg ‘Alavi (Ponte 33 – marzo 2023)
‘Teheran stava soffocando. Nessuno riusciva a prendere fiato, tutti avevano paura di tutti[..]Tutti avevano paura persino di se stessi, della propria ombra.
[..]La tristezza, l’apatia, la diffidenza e la disperazione erano palpabili nell’aria, nessuno osava guardarsi intorno per il terrore di destare sospetti.
[..]Da nord a sud, da est a ovest anziani e ragazzini di dieci anni, chierici e contadini, commercianti e inservienti di due bagni pubblici venivano gettati in prigione perché avevano sognato, e nel sogno avevano desiderato la caduta del regime.”
Questo è l’incipit di I suoi occhi, unico romanzo dello scrittore persiano Bozorg ‘Alavi, pubblicato nel 1952 quando l’autore, attivista politico per la liberazione dell’Iran dalla dittatura, si appresta a fuggire in Europa dopo aver trascorso numerosi anni da prigioniero a Teheran.
Il racconto si snoda nell’Iran degli anni 30 dove la morte di un pittore inviso al regime e il ritrovamento di un suo quadro che rappresenta un volto femminile diventa motivo e pretesto per indagare e raccontare un periodo storico durissimo e doloroso fatto di lotte, cospirazioni, sollevazioni popolari e omicidi sommari.
Parallelamente alla storia umana e sociale di un paese tanto bello quanto sfortunato, l’autore ci porta,con tecnica freudiana, nella mente e nel cuore di una giovane donna che è protagonista di tutto il romanzo e che l’autore utilizza con grande maestria per mostrare al lettore il lato privato e spesso tormentato di chi tenta di ribellarsi ad un regime.
I suoi occhi è un romanzo scritto in maniera impeccabile, denso di avvenimenti ma ancor più di sentimenti, intriso di quell’orgoglio magico che da sempre contraddistingue il popolo persiano.
Da leggere per ricordare con dolore e sgomento che a quasi 90 anni dagli eventi narrati l’aria che si respira a Teheran forse è ancora più pesante di quella descritta in quel potente incipit.
Da notare che fu tradotto soltanto in inglese e nel 1989.
La casa editrice Ponte33 ha avuto l’immenso merito di curare la prima traduzione in un’altra lingua europea
accompagnandola da una minuziosa prefazione di Christophe Balay professore di lingua e letteratura persiana all’INALCO di Parigi.
Recensione di Annachiara Falchetti
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