Il piacere, di Nagai Kafu (Atmosphere Libri)
E’ una piccola casa editrice a regalarci la lettura di questo scrittore quasi sconosciuto in Italia
Per chi volesse approfondire la storia di Nagai Kafu e l’enorme influenza che i suoi libri hanno avuto per la letteratura giapponese successiva, rimando alla esaustiva postfazione del libro stesso.
Ne Il piacere sono contenuti due racconti che parlano di amore e di ossessione amorosa in termini molto simili a quelli che potremmo trovare in Kawabata o in alcuni romanzi di Mishima ma con l’evidente influenza degli autori decadenti francesi di cui Nagai Kafu è stato traduttore.
Lo stile è così poetico da trasformare spesso i racconti in poesie in prosa.
“Per comporre buona poesia si devono conoscere la solitudine e l’abbandono. Ci si deve sottrarre ai legami di sangue e ai vincoli sociali. Ci si deve perdere. Si deve leggere. E piangere. Inebriarsi. Gioire.”
“Non vi è nulla di più patetico dell’ottenere una donna a lungo desiderata. Dov’è che ha origine questa insofferenza, la delusione, il disprezzo? Il vento che in primavera disperde i petali dei fiori è lo stesso che li aveva fatti sbocciare.”
Incredibilmente poetica e tipica del periodo storico di riferimento è poi la sua abilità nel descrivere i paesaggi, particolarmente quello urbani.
Questa caratteristica di ritrova intatta e molto simile nelle opere di Tanizaki che, non a caso, fu amico ed allievo di Nagai Kafu.
“Si trovava in un punto sopraelevato da cui si poteva osservare l’intero dedalo di vicoli e stradine di Kagurazaka; essi erano per lo più occupati da case di appuntamenti e alloggi di geisha.”
“Ci davamo appuntamento nel boschetto di Ueno o dietro alle recinzioni delle case di Negishi, da lì andavamo ovunque ci portassero le gambe e il desiderio,ci spingevamo svelti fino ai margini di Mukojima e restavamo a dormire in locane termali cullati dal canto delle rane.”
Recensione di Annachiara Falchetti
Commenti