LA CASA GIALLA, di Aleksandr Zinov’ev (Jaca Book)
Parlare di questo libro è per me difficile a vari livelli. Intanto perché è un libro difficile, ostico, verboso, lungo. Poi perché è un libro raro, il che implica che è difficile confrontarsi con chi lo avesse eventualmente già letto. Infine perché in questo momento è facile leggere numerosi riferimenti inquietanti alla realtà che stiamo vivendo.
“La casa gialla” a cui il titolo allude è in realtà l’istituto di filosofia di Mosca, effettivamente situato in un fabbricato giallo, ma sottile è il parallelo con quello che in Russia si intende con “casa gialla”, ossia il manicomio, ove, anche negli anni della Russia post stalinista, continuano a finire anche i dissidenti politici.
Zinov’ev è stato un filosofo russo, estremamente critico nei confronti del PCUS e costretto all’esilio, tornato in patria solo a “perestroika” avviata.
Il libro narra, con uno stile estremamente cinico e sarcastico, le avventure di un ricercatore scientifico dell’istituto di filosofia, estremamente critico nei confronti della teoria marxista e del sistema comunista, ma altrettanto scettico verso l’Occidente, circondato da colleghi che rappresentano, a suo dire, un perfetto microcosmo a immagine e somiglianza della società russa. Abitato da personalità multiple e in contraddizione tra loro, le pagine sono ora divertenti, ora interessanti, ora impegnative.
Recensione di Nadia Carella
LA CASA GIALLA Aleksandr Zinov’ev
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