La felicità è come l’acqua, di CHinelo Okparanta (Racconti)
Ho conosciuto questa scrittrice magnifica grazie al suo Sotto gli alberi di Udala, libro intenso che avrebbe meritato ben più visibilità di quella che ha avuto
In questa raccolta di racconti ho ritrovato tutti i temi forti che aveva già affrontato in altri libri e che evidentemente le stanno parecchio a cuore.
La felicità è come l’acqua parla di donne. Donne nigeriane in Nigeria,donne nigeriane appena emigrate in paesi occidentali e donne che costituiscono ormai la seconda generazione di nigeriani nati all’estero.
Ogni racconto, scritto magistralmente, è una denuncia potente e diretta contro un sistema patriarcale ancora ampiamente diffuso in alcune parti del mondo.
Chinelo ci regala dei piccoli affreschi di donne che ce la fanno nonostante tutto, spesso anche nonostante loro stesse.
Ci parla di come sia difficile essere una donna sterile in un paese dove la solidità di una unione si misura dal numero dei figli nati. Ci mostra quanta violenza psicologica e fisica sia ancora la quotidianità per una cultura che giustifica e avalla l’asservimento totale femminile al maschio che in quel momento rappresenta il capofamiglia, sia esso padre marito o fratello.
Ci mostra la nuova ossessione delle ragazze nigeriane ,per la pelle chiara, più chiara possibile, nell’assurda corsa ad inseguire un prototipo femminile europeo o statunitense fatto di corpi anoressici e incarnati diafani.
Ci sconvolge mostrandoci l’ impossibilità per una donna di vivere un amore omosessuale, pena la lapidazione.
Ricorda poi a noi sciocchi europei a quale prezzo la Shell ha estratto per anni il petrolio dalle coste del continente africano, riducendo mari e coste ad una enorme massa nera e oleosa.
“Sul fiume gli uccelli volavano e cantavano, e il fondale era popolato di pesci, gamberetti o granchi da pescare.[..]Li ha sostituiti il petrolio, che schizza in aria come una fontana d’acqua nera.[..]Tutte le settimane il petrolio si riversa nell’acqua, uccidendo la nostra terra e il nostro ecosistema.”
Ancora una volta un libro importante arriva da una scrittrice figlia di due culture.
Perché la diversità, se accompagnata dalla cultura, porta sempre magnifici frutti.
Recensione di Annachiara Falchetti
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