L’AMICO, di Tiffany Tavernier (Edizioni Clichy – marzo 2022)
Cosa succede ad una normale famiglia quando una mattina si sveglia e trova decine di poliziotti per strada e a casa del vicino? Quale tragico vortice di pensieri si innesca quando scopri in maniera violenta che il tuo vicino, il tuo unico amico, il compagno di serate e vacanze è in realtà uno dei serial killer più ricercati in Europa?
Una notizia del genere ti costringe a ripercorrere istante per istante quella lunga amicizia, alla ricerca di segnali premonitori che non sei stato in grado di cogliere. E allora quella notte in cui hai sentito urlare forse non era il cane che piangeva, quelle buche scavate in giardino non erano per il passaggio dei tubo. Anche quella casetta nel bosco dove quel giorno ti ha impedito di entrare e che amavi tanto ora diventa il buco nero degli orrori, la tana della bestia feroce. E allora, spinto dal commissario che conduce le indagini, rileggi a ritroso il tuo diario e confronti le date della morte di ogni vittima con le chiacchiere e le risate in compagnia che tanto amavi con il tuo vicino.
Ma sei un uomo solo, con un passato difficile e con una moglie che hai emotivamente allontanato da tempo. E così quel viaggio nella mente del killer diventa un percorso ad ostacoli nel tuo passato, atto a ricostruire dove hai cominciato a perderti, dove hai smesso di mostrare emoziono. E scavi, scavi, scavi fino ad ossessionarti, nella speranza di capire finalmente perché non hai visto, perché non hai intuito nulla. Scavi perché il senso di colpa ti devasta e la rabbia non ti lascia scampo
L’amico è un gran bel libro, forse veramente uno dei più spietati noir francesi degli ultimi anni. Per l’argomento e il tormento del protagonista mi ha ricordato il feroce
Un estraneo al mio fianco di Ann Rule, scrittrice statunitense che per anni era stata amica del serial killer Ted Bundy, completamente ignara della sua doppia vita. Anche in questo libro la Rule porta alla luce i tormenti, le angosce, i sensi di colpa ma anche l’immensa incredulità di un essere umano che ha profondamente voluto bene ad un altro essere umano e non riesce a farsi una ragione dell’immensa atrocità che le è stata tenuta nascosta.
Recensione di Annachiara falchetti
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