L’ECLISSE DI LAKEN COTTLE, di Tiffany McDaniel (Blu Atlantide – maggio 2022)
Ho aspettato con trepidazione l’uscita di questo libro e l’11 maggio, era gia tra le mie mani prima dell’ora di pranzo. Eppure ho atteso quasi due mesi prima di leggerlo come quando di un dolce conserviamo la parte migliore per la fine.
L’ho osservato mentre richiamava la mia attenzione sul comodino per quasi sessanta giorni e alla fine ieri ho ceduto.
La sensazione di immergersi totalmente in un universo estraniante che mi da sempre la Mc Daniel probabilmente in questo libro è ancora più potente.
Una eclissi misteriosa che avvolge la terra e un uomo solo che cerca di tornare a casa dai suoi affetti mentre lotta con i fantasmi del suo passato.
Come ci ha abituato con gli altri suoi libri anche qui la Mc Daniel attinge al gotico, al realismo magico e al grottesco ma mai come in questo è presente un aspetto metafisico quasi fantastico che fa da linea conduttrice in tutto il romanzo.
È la storia di un solo uomo ma è una storia universale dove i traumi del passato scandiscono le scelte del presente. C’è dolore, tanto. C’è rabbia e solitudine, voglia di redenzione e incapacità di vedersi per cio che si è.Ma in fondo arriva l’accettazione di ciò che è stato e di quello che si è diventati. E forse,lontano, aldilà del buio che avvolge ogni cosa, c’è amore per se stessi.. Finalmente..
Continuo a pensare che Tiffany Mc daniel sia una delle scrittrici migliori che gli Stati Uniti possano vantare in questo momento. La sua capacità di scrittura è eccellente, il suo modo di catturarti e portarti nella sua testa tra i suoi demoni è potentissimo. Il suo coraggio nel portare nei suoi romanzi temi cosi scomodi e disturbanti è ammirevole.
Quado si legge un suo libro dopo pochissime pagine si empatizza con i personaggi fino a sentire su di noi il loro dolore e i loro tormenti e spesso mi ritrovo a pensare leggendo le loro storie e usando proprio il titolo della sua raccolta di poesie che “queste voci mi battono viva”.
Posso soltanto aggiungere che va letta perché fa male ma è quel dolore che a volte ci provochiamo per darci sollievo se abbiamo una contrattura. Passato il primo momento di straniamento poi ci si sente grati per averla scoperta e ci si scopre a pensare che magari può essere vero che, come scrive in questo libro “chi racconta le storie governa il mondo”.
Recensione di Annachiara Falchetti
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