Lunedì ci ameranno, di Najat El Hachmi (SEM)
Una sorta di romanzo di iniziazione che vede come protagoniste due giovani ragazze musulmane nella Barcellona contemporanea.
La storia di una amicizia forte ed indissolubile che lega due ragazzine all’apparenza così diverse l’una dall’altra.
Due esempi totalmente opposti di come le famiglie di immigrati decidono di crescere i propri figli in una terra straniera.
Il racconto di una donna che diventa archetipo e storia di una categoria intera.
Il cammino doloroso per liberarsi dai sensi di colpa, per non soccombere alla xenofobia e per acquistare una libertà di pensiero e di azione che per molte resta ancora un miraggio, indipendentemente dalla nazione d’origine.
“Lunedì cominceremo una nuova vita, saremo come dobbiamo essere e non come siamo.[..]Obbediremo per filo e per segno a tutte le regole.”
Lunedì saremo adeguate a tutti i modelli che ci propongono.[..]Saremo come bisogna essere, come Dio comanda[..]”
Questo racconto è anche un viaggio alla riscoperta della sessualità femminile, quella libera, scevra dai sensi di colpa e dalle paranoie, quella che tutte le donne,a tutte le latitudini dovrebbero sperimentare.
“Come erano riusciti a inculcarci l’idea che il nostro desiderio, per il solo fatto di essere nostro, era una cosa sporca, torbida, losca e malefica?”
Ma Lunedì ci ameranno non è solo la storia di una amicizia e di una presa di coscienza ma è anche il doloroso racconto, comune a molti figli di immigrati, di una generazione di giovani che sente come insormontabile il divario con i propri genitori e le proprie origini.
Una generazione che per intrecciarsi perfettamente nel tessuto sociale delle città occidentali è spesso costretta a rinunciare ad una storia familiare distante e spesso detestata.
“Quando la gente si accorgeva che non parlavo nella lingua di mia madre era delusa e mi diceva:che peccato perdere una lingua. Io non potevo spiegargli che per conservarla sarei dovuta restare tutta coperta nel quartiere”
Recensione di Annachiara Falchetti
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