Mondo di seconda mano, di Katherin Min (66thand2nd)
“Nasciamo in un mondo di seconda mano. Tutti ciò che per noi è nuovo lo è solo perché siamo appena nati. Ma è quello che non possiamo vedere, tutti quelli che è avvenuto prima di noi-ciò che i nostri genitori hanno visto, sono diventati e hanno fatto-che ci avvolge, come fasce smesse che qualcuno ci ha passato, anche se siamo ancora nudi. Una crepa ci attraversa, nella sua imperfezione ci unisce e allo stesso tempo ci separa, ponendoci sulle estremità opposte di un abisso. È insieme molto bello e molto triste,ma è, in fondo, la spaccatura nell’universo che ci genera.”
Il libro, narrato in prima persona, inizia in una stanza di ospedale dove Isa, Isadora Myung Hee Sohn, è ricoverata da mesi per le ustioni riportate nell’incendio della sua casa in cui sono morti i suoi genitori. Da qui parte un viaggio nel passato famigliare della giovane, figlia di coreani emigrati negli Stati Uniti. Un viaggio nel tempo e nelle atmosfere dell’America degli anni Settanta in cui tutto sembra possibile.
Il doppio è un tema fortemente presente in tutta la narrazione. Doppio è infatti il nome della protagonista, doppia e’ la cultura in cui cresce, doppia è la lingua che si parla in casa e doppia e’ anche l’identità dei suoi genitori che imparerà ’ a conoscere e forse a perdonare solo dopo la loro morte.
“Ancora una volta tutti i pensieri di mio padre erano stati per mia madre, ogni suo gesto, d’amore o d’odio, aveva sempre lei come obiettivo. Io ero irrilevante, un mero sottoprodotto di quel suo amore ossessivo, fino alla fine l’elemento estraneo di quel triangolo. Non ero quella che era sopravvissuta, ero quella che era stata abbandonata.”
Mondo di seconda mano è un libro forte, doloroso e a tratti scomodo. Un libro in cui si affrontano tanti temi che risuonano anche nelle nostre vite.
Come si può sopravvivere quando si sente di aver meritato di morire? Come si può vivere una intera esistenza pur restando segretamente immersi nella palude di un passato doloroso. Cosa vuol dire veramente amare sinceramente quando questo sentimento riguarda un genitore ed un figlio. Dove si può arrivare per proteggere una idea astratta di qualcosa che in realtà non esiste. Quanto conta nella nostra vita adulta essersi sentiti amati dai nostri genitori? Si può sopravvivere continuando a convivere con una ossessiva sindrome dell’ impostore che paralizza l’esistenza?
Mondo di seconda mano si pone e ci pone tutte queste e molte altre domande e la sua potenza sta forse proprio nel non darci alcuna risposta.
Recensione di Annachiara Falchetti
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