AA.VV., Nebula. Fantascienza contemporanea cinese, a cura di Francesco Verso, traduzioni di Chiara Cigarini e Massimo Soumaré (Mincione – 2017)
Che effetti avrebbe trasformare il buddismo in un’applicazione mobile? È possibile che emerga un’empatia reciproca tra umani e macchine? Come possiamo affrontare le sfide generate dallo sviluppo tecnologico senza limiti? È concepibile che le bolle di sapone rappresentino una strategia valida contro la siccità persistente? Sono queste le domande a cui cercano di rispondere le storie contenute in questa collezione di racconti di fantascienza moderna della Cina, che rappresenta una lettura preziosa per gli appassionati del genere desiderosi di esplorare opere al di fuori del canonico ambito anglofono.
Il volume si conclude con un saggio critico di Tachihara Tōya, autrice e professore di lingua e cultura cinese all’Università Hokusei Gakuen di Sapporo, che non solo offre un’analisi dettagliata dei racconti, ma delinea anche le tendenze e i temi predominanti nella fantascienza cinese contemporanea e il suo percorso di diffusione in Occidente. Attualmente, in Cina vi è un marcato interesse da parte delle autorità governative a promuovere la fantascienza come mezzo di divulgazione scientifica.
Tōya distingue due principali filoni nella narrazione scientifica cinese: il primo, denominato kepu, mira a rendere la scienza accessibile a giovani e al grande pubblico; il secondo, noto come kehuan, si avvicina più strettamente alla nostra concezione di fantascienza narrativa. Pur non eccellendo in originalità, i racconti si rivelano comunque affascinanti, offrendo una prospettiva unica non solo sulla fantascienza, ma anche – e forse soprattutto – sulle realtà sociali ed economiche dell’immensa nazione asiatica
Recensione di Moreno Migliorati
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