OGNI VOLTA CHE TI PICCHIO – Meena Kandasamy

OGNI VOLTA CHE TI PICCHIO, di Meena Kandasamy (E/O)

Si può raccontare un passato di violenza psicologica, pestaggi e vessazioni senza mai perdere l’ironia?

E’ possibile riportare emozioni così dolorose mantenendo la capacità di sorridere di se stessi e del proprio destino?

Forse solo chi è estremamente lucido ed intelligente può riuscire in un compito così arduo.

Solo chi ha preso le distanze da un passato così pesante e ha elaborato ogni istante di quel periodo riesce a raccontarsi e a raccontare in una maniera così puntuale e senza giudizio episodi così disturbanti.

Tratteggiando un meraviglioso affresco di un’India quasi sconosciuta, Meena Kandasamy ci guida attraverso la storia di violenza e libertà di una giovane donna colta ed indipendente.

Lo fa con una lingua unica, lei che nasce poetessa, e scrive come se le frasi fossero versi.

Solo con tanta levità forse è possibile raccontare senza pietismi la storia di un matrimonio sbagliato, con un uomo colto ma ossessionato, che giorno dopo giorno la priva di ogni libertà fino a giungere alla violenza fisica più terribile

Avere la capacità catartica per una vittima di guardare dall’esterno tutto l’accaduto e rappresentarlo oggettivamente, come se si fosse dietro una macchina di presa non è certo cosa comune. E mentre lo si descrive riuscire ad utilizzare parole sapientemente scritte e condite da una potente e tragica ironia questo si che è così difficile da essere quasi impossibile.

Eppure Meena Kandasamy riesce a fare questo e anche molto di più.

Tutto questo in un paese come l’India in cui il ruolo femminile è ancora oggetto di scontri e dove il cammino da compiere per l’affrancamento da riti e comportamenti oscurantisti e’ ancora ben lontano dalla meta.

Un paese in cui una donna giovane, con un alto grado di istruzione e poetessa per mestiere e vocazione si trova a dover affrontare difficoltà incredibili per poter anche solo vedere riconosciuto il suo ruolo di vittima.

“In principio venivano arse vive solo le vedove.[..]La tradizione non passa mai di moda. Resta nella memoria collettiva cambiando d’abito”. In India viene bruciata una sposa ogni novanta minuti.[..]Rinchiusa qui, sola, tengo il conto delle ore che passano con il numero di spose bruciate. Ogni settimana sono almeno cento, ridotte a un mucchio di testi carbonizzati. Omicidi archiviati come incidenti o suicidi, una prova del fuoco a cui non sopravvive nessuna moglie”

Recensione di Annachiara Falchetti

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