OLOGRAMMA PER IL RE, di David Eggers

OLOGRAMMA PER IL RE, di David Eggers

David Eggers non mi delude mai.

Affascina, ammalia, seduce chi legge.

Ologramma per il re” (quasi un Aspettando Godot) è un romanzo bellissimo. Pacato, lineare, seppur pieno di continui flashback, ma senza soluzione di continuità.

Alan è l’uomo che attende, l’uomo che aspetta con pazienza il re. Un re che non arriva, che non si sa quando e se arriverà. Ma Alan Clay attende. Deve portare a termine una missione. E intanto diventa il ritratto dell’uomo di mezza età, quello che ha lottato, ha costruito qualcosa, ha fallito, ma non ha finito di sperare e vuole andare avanti. Anche se con goffaggine, con poca scaltrezza Alan è il protagonista timido, mansueto, che si pone mille domande, che cerca risposte negli altri, nel lavoro, nei rapporti umani. Cerca se stesso mentre cerca di realizzare un sogno, mentre scopre un nuovo mondo in mezzo ad un deserto, scrive lettere che non spedirà mai; lui aspetta e fa autocritica.

Zahra gli parlò degli studi che aveva fatto a Ginevra. Di un ex fidanzato che ora stava cercando di rovesciare il governo tunisino. Di quando aveva provato l’LSD. Del suo periodo con il Soccorso Islamico, quando aveva lavorato nei campi profughi del Kurdistan. Di un anno in un ospedale di Kabul. Ascoltandola, Alan ebbe l’impressione di appartenere a una specie meno necessaria

Un uomo che fa tenerezza, un personaggio che seduce per umanità.

Dall’America all’Arabia, un viaggio dentro i piccoli e i grandi problemi di una umanità in crisi.

Bellissimo.

Recensione di Lauretta Chiarini

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