QUANDO AVEVAMO LE ALI – Ayanna Lloyd Banwo

QUANDO AVEVAMO LE ALI, di Ayanna Lloyd Banwo (Einaudi – gennaio 2024)

Ma che aria magica tira nell’isola di Trinidad?

Che atmosfera respira questa nuova generazione di scrittori provenienti da questa piccola isola caraibica?

Negli ultimi due mesi mi sono imbattuta in piccole perle letterarie piene di poesia e magia scritte ed ambientato proprio lì e non credo sia un caso.

Quando avevamo le ali e’ infatti l’ennesima prova di un fermento letterario completamente originale e di grande spessore che giunge dai lontani Caraibi.

Probabilmente la chiave di volta di questo fenomeno è racchiusa proprio nella nota finale dell’autrice.

“Impossibile tutto questo senza gli antenati, quelli così lontani da essere ormai solo sussurri discreti che mi guidano nel buio; quelli così vicini che è come se non se ne fossero mai andati. Impossibile tutto questo senza la mia famiglia viva e vegeta, che mi ha cresciuta tra le storie e la musica e mi ha insegnato la forza della discendenza.”

La storia dei due protagonisti è infatti la storia stessa dell’isola di Trinidad e Tobago dove convivono culture ancestrali, riti atavici e modernità.

Darwin, giovane rastafariano in cerca di un posto nel mondo e Yejide, ragazza bella e discendente dalla più antica e magica stirpe di Trinidad.

Il loro incontro e la loro unione diventa mezzo e pretesto per raccontare la magia ,ormai dimenticata in Occidente, che risiede nella Natura madre degli uomini e nelle sue molteplici manifestazioni.

Quando avevamo le ali ci ricorda che è esistito un matriarcato magico in un tempo in cui le donne erano depositarie dei segreti del Creato e proprio per questo neo paesi occidentali venivano arse come streghe.

“Noi siamo questo… per quel che vale.E’ dentro di te,come era dentro mia madre ,e dentro sua madre e dentro la madre di lei,e ti chiama[..]Ce l’abbiamo tutte. Siamo nate così. Per questo la morte per noi arriva con l’uragano. E’ il nostro modo per raccogliere l’energia da trasmettere.”

Ci parla di discendenza ed eredità spirituale e di come sia spesso difficile,a tutte le latitudini, accettare quei lasciti gravosi che i genitori inconsapevoli depositano sulle spalle dei loro figli.

Ma alla fine ci ricorda che esiste la speranza e che l’amore può ancora avere un potere salvifico, soprattutto quando ci svela a noi stessi permettendoci finalmente di accettarci pienamente.

Quando avevamo le ali e’ un libro magico ma non nel senso strettamente letterario ma perché riesce ad accarezzarci l’anima dopo avercela graffiata per bene e lo fa anche utilizzando una scrittura densa, piena ,così piena da non lasciarci scampo.

Recensione di Annachiara Falchetti

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