SEDICI PAROLE Nava Ebrahimi

SEDICI PAROLE, di Nava Ebrahimi (Keller)

Sedici sono le parole che la protagonista utilizza per trasportarci in un viaggio nella memoria e nei ricordi.

Sedici suoni in una lingua che, pur essendo il suo idioma di nascita, non ha mai sentito sua fino in fondo.

Sedici piccoli affreschi di un Iran complesso, difficile da comprendere e pieno di misteri.

Sedici sospiri di malinconia per una patria che è tale solo sul proprio documento d’identità.

Sedici ricordi di una famiglia divisa e distrutta dalla violenza della rivoluzione.

Un libro tenero, commovente e nostalgico.

Una scrittura non banale che scorre fluida tra le dita come la sabbia dei deserti dell’Iran.

A queste sedici parole permettetemi di aggiungerne altre tre anche se curde, a ricordarci che in quel magnifico paese anche ora ci sono persone, maggiormente donne,private illogicamente della propria libertà, rinchiuse a marcire in una cella dopo essere state torturate.

Persone che chiedono soltanto diritti .

JIN, JIYAN, AZADI’

DONNA, VITA, LIBERTÀ’

“Quando le giovani iraniane parlano della libertà, i loro occhi brillano, come se parlassero di un oggetto di marca che non si possono permettere. Come se dire azadi fosse lo stesso che dire borsetta Louis Vuitton”.

Recensione di Annachiara Falchetti

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